sabato 8 novembre 2008

Sempre di soldi alle stazioni sciistiche..

Lunghetto questo post, ma ne vale la pena: non fosse per dimostrare che ci sono politici disposti a rivolgersi ai miei pochi lettori anche quando non sono in campagna elettorale.

Poco tempo fa avevo pubblicato un paio di notizie sul credito ponte per le stazioni sciistiche rifiutato dal Gran Consiglio.

È da una decina di giorni che voglio "postare" un paio d'interventi ricevuti da due dei tre deputati che rappresentano la Leventina nel Legislativo cantonale, che ringrazio (i puntini ad inzio testo stanno ad indicare che ho solo omesso la parte formale introduttiva).

Cominciamo, con le ragioni del SI sostenute dalla deputata Nadia Ghisolfi riprendendo per intero il testo del suo intervento in Gran Consiglio.

...L'obiettivo principale che sostengo votando questo credito è quello di garantire l'apertura delle strutture sciistiche ticinesi per la stagione invernale alle porte. Non solo Carì e Bosco Gurin quindi, ma anche il Nara, Campo Blenio e altre strutture più piccole come Prato Leventina, che non dobbiamo dimenticare.

Ribadisco che voto unicamente il credito ponte e non condivido assolutamente la linea del Governo sugli impianti di risalita, in quanto basata sullo studio della Grischconsulta, che reputo incompleto e pieno di contraddizioni. Il mandato iniziale comprendeva infatti, tra le altre cose, di “radiografare l'attuale situazione e individuare una strategia di rilancio, riposizionamento e ristrutturazione".

La radiografia è stata fatta ma è incompleta: non sono stati calcolati tutti gli effetti indiretti che le stazioni generano sull’economia regionale, e che costituiscono invece uno dei fattori più importanti da considerare. Nonostante questo, lo studio si permette comunque di trarre delle conclusioni in merito, e senza nessun dato oggettivo, affermando ad esempio che ad Airolo, Hotel e negozi traggono vantaggi solo in scarsa misura dalla stazione, o che le possibilità di pernottare o fare shopping al Nara sono praticamente nulle… probabilmente i signori della Grischconsulta non han mai sentito parlare della Blenio Tour Rustici!

Mi chiedo inoltre che fine ha fatto l'"individuare la strategia di rilancio”. È forse quella proposta nei vari scenari, e cioè chiudere tutte le stazioni, o salvarne una o al massimo due? Più che una strategia di rilancio mi sembra una strategia di smantellamento, con tanto di fondo di 8 milioni a disposizione per incentivarla!!

Nel messaggio si dice che qualora non si intervenisse con scelte selettive si "aprirebbe una voragine finanziaria" che finirebbe per "sottrarre preziose risorse pubbliche da destinare a iniziative di sviluppo sostenibili e durevoli, con un reale indotto a favore della crescita socio-economica delle zone periferiche".
Quali sono queste iniziative di sviluppo da sostenere? Quali sono le alternative agli impianti di risalita invernali? Di certo non si tratta di convertirle a “stazioni estive”, visto già oggi in questo settore il volume di mercato è ripartito su molte singole aziende con offerte troppo simili!

Già queste premesse non sono quindi delle più soddisfacenti. In più, quando ci si china sullo scenario che prevede il solo mantenimento di Airolo, si apprende che la stazione avrà maggiori entrate in quanto l’utenza aumenterà grazie alla chiusura generalizzata di tutte le altre stazioni.

Anche in questo caso, questa ipotesi non è sostenuta da nessun dato oggettivo. Parliamoci chiaro: c’è qualcuno che ha veramente il coraggio di affermare che gli sciatori che fino a ieri andavano al Nara o a Bosco, decidano domani di andare ai Airolo? Per quale motivo, la solidarietà ticinese forse? Non credo proprio, basta vedere le prese di posizione su questo messaggio oggi in aula per capire dove andrà a finire la solidarietà ticinese!

Ma dove andranno a sciare i nostri figli? Dove faranno la “settimana bianca”? a San Bernardino forse? È veramente questo quello che vogliamo? Perché è questo che ci aggiungiamo a fare, se votiamo NO a questo credito!

È ora di smetterla di far sentire i Comuni delle periferie un peso, o per usare un espressione che ho sentito non molto tempo fa, “la zavorra inutile sulla nave”. Le stazioni sciistiche non servono soltanto le regioni periferiche, sono un servizio per tutto il Cantone!

Prima di votare e di votare magari NO ricordiamoci di chi siamo qui a rappresentare, soprattutto noi, Deputati delle Valli : ricordiamoci che rappresentiamo le nostre regioni sull'arco dell'intero quadriennio della nostra carica e non soltanto nell'imminenza delle elezioni cantonali ,quando si elemosinano voti.

Possiamo oggi sostenere questo credito e l’apertura degli impianti di risalita e dire comunque NO alla strategia presentata, chiedendo di considerare anche le esigenze della Valle di Blenio e di altre stazioni più piccole. Oppure diciamo di NO a tutto. Rendiamoci conto però che votare NO significa condannare gli impianti e la pratica dello sci in Ticino.

Grazie per la vostra attenzione
Nadia Ghisolfi


Ed ora ecco le ragioni del NO che mi sono state inviate dal secondo Gran Consigliere Franco Celio.

...personalmente ho votato no per tre motivi:

1. Il messaggio mescolava due cose ben diverse: da un lato un aiuto d'emergenza, dall'altro una scelta "strategica", che in sostanza mirava... a chiudere le stazioni "minori"! Ebbene, proprio perché questa scelta mi convince poco, non ho voluto legarmi le mani votando quel Messaggio;

2. L'aiuto sarebbe comunque andato a società che in passato si sono comportate tutt'altro che correttamente (v. Rapporto della Commissione d'inchiesta), e che lo stesso hanno fatto l'anno scorso (v. decisione dichiudere quando ancora si poteva sciare per oltre un mese!). Se ora vi sonoaltri interessati a far funzionare gli impianti seriamente e con minormegalomania, il no all'ennesimo puntello potrebbe forse essere una scossa salutare: dolorosa sul momento, ma necessaria a lunga scadenza.

3. Identificare gli interessi degli attuali proprietari con quelli "delle valli" è comunque alquanto esagerato, e ancora di più lo é il farli passare per i "santi patroni" delle regioni periferiche. Non dimentichiamo che,almeno in alcuni casi, il signor Frapolli non è affatto stato chiamato ins occorso dagli indigeni, come egli ama far dire, ma si è fatto largo a forza di gomiti contro iniziative locali (v. Airolo!). In quanto dicono e scrivono molti suoi fans, le valli sono dunque più che altro un alibi. E questa strumentalizzazione non mi va per nulla!

Cordiali saluti, Franco Celio


Il terzo rappresentante della Valle è Norman Gobbi, presente al dibattito, ma non ha votato.
Non ho una sua presa di posizione, ma se la dovessi ricevere la pubblicherò volentieri.